Il Disturbo Post Traumatico da Stress
Il
Disturbo Post Traumatico da Stress si ha quando si sviluppano
“sintomi tipici che seguono l’esposizione ad un fattore traumatico estremo che implica
- l’esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi o altre minacce all’integrità fisica;
- la presenza ad un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce all’integrità fisica di un’altra persona;
- il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con cui e' in stretta relazione.” (DSM IV R).
Il Disturbo Post Traumatico da Stress induce l'individuo a vivere in uno stato emotivo di forte allarme, appunto stress, che si manifesta con
- paura intensa,
- il sentirsi inerme o il provare orrore (oppure, nei bambini, la risposta deve comprendere comportamento disorganizzato o agitazione),
- il continuo rivivere l’evento traumatico, che ha causato il disturbo da stress
- l’evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma,
- l’ottundimento della reattività generale e sintomi costanti di aumento dell’arousal. (DSM IV R).
Il Disturbo Post Traumatico da Stress, si presenta collegato a tutte quelle situazioni
nella quale l'individuo subisce un “colpo violento” accompagnato dalla messa in pericolo sia sul piano fisico che su quello emotivo sia perchè lo subisce direttamente, sia perché vi assiste. Per esempio e' la modalità principe per esprimere il disagio nelle persone che subiscono violenza in genere, violenza domestica o abuso, e altrettanto frequentemente nei casi di incidente automobilistico o disastri.
Secondo quanto affermato dalla dr.ssa Malacrea citando il lavoro di L. Terr (1991) nel Disturbo Post Traumatico da Stress, il trauma è ciò che si crea a livello mentale nel momento in cui si riceve “un colpo” o una serie di “colpi” non prevedibili e soprattutto non controllabili e contro
la quale non e' possibile per il soggetto adoperare efficacemente i comuni strumenti di difesa fisica e psicologica di cui siamo dotati.
Soprattutto nei bambini, avviene un vero e proprio terremoto psicologico che altera la forma del normale funzionamento emotivo della persona.
Il trauma allora può essere di primo tipo quando scaturisce da un avvenimento singolo e non previsto. E' di secondo tipo quando viene determinato da una violenza che perdura a lungo e si ripete più volte.
Per l’autrice, i due tipi di traumi osservati nel Disturbo Post Traumatico da
Stress, causano un diverso funzionamento mentale che rappresenta il tentativo di maneggiare il dolore che ne consegue. Nei traumi di primo tipo l'individuo tende a imprimere nella memoria l’avvenimento, in maniera molto dettagliata, il ricordo e' vivo e ricorrente, per ripercorrere quanto avvenuto nel tentativo di collocarlo in una logica e darvi la spiegazione che lo renda più tollerabile.
Nei traumi di secondo tipo, invece, si tende a cancellare e rifiutare fortemente quanto accaduto e a rimuoverlo dalla memoria storica e da quella emotiva.
La presenza di un Disturbo Post Traumatico da Stress porta con sé, quindi, la frequente rivisitazione del trauma. Ciò avviene attraverso:
- ricordi ricorrenti e intrusivi dell’evento
- sogni sgradevoli ricorrenti durante i quali l’evento può essere ripetuto o altrimenti rappresentato
- Stati dissociativi che durano da pochi secondi a diverse ore, o perfino giorni, durante i quali vengono rivissute parti dell’evento ed il soggetto si comporta come se stesse vivendo l’evento in quel momento (flashbacks).
I flashbacks pur manifestandosi con breve durata determinano un malessere molto alto nelle persone che li vivono e innalzano fortemente la soglia d'allarme che
mette in azione tutta la parte fisiologica con cui il nostro organismo reagisce ad un possibile pericolo seppur interno e non concretamente individuabile nella realtà. Spesso sono determinati dal verificarsi di avvenimenti o dal presentarsi di stimoli simili o associati all’evento che ha causato il trauma e cha a prima vista possono sembrare insignificanti (un odore, un colore, un oggetto, una frase, etc.)
Questo costringe la persona a mettere in atto delle strategie di difesa estremamente dispendiose sul piano delle energie emotive e fisiche per evitare tutto ciò che possa ricondurre all’evento traumatico compresi:
- “pensieri, sentimenti o conversazioni che riguardano l’evento traumatico,(…)
- attività, situazioni o persone che suscitano ricordi di esso.” (DSM IV)
A questa strategia di difesa è collegata la possibilità di amnesie più o meno prolungate o l’assunzione da parte del soggetto di un atteggiamento che “attutisca” l’impatto degli stimoli del mondo esterno determinando la “paralisi psichica” o “anestesia emozionale”. La persona ha un forte calo di interesse verso il mondo esterno e sembra che spesso le emozioni gli scivolino addosso.
Anche sul piano fisico vi e' un mutamento dei meccanismi fisiologici con un innalzamento dell’ansia e un aumento dell’attivazione corporea presente in chi percepisce un pericolo incombente. Ciò si manifesta attraverso attività fonte di stress fisico e psicologico quali:
- difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno,
- incubi frequenti durante i quali viene rivissuto l’evento traumatico,
- ipervigilanza, ed esagerate risposte di allarme
- irritabilità o scoppi d’ira
- difficoltà a concentrarsi o a eseguire compiti.
Nel Disturbo Post Traumatico da Stress, si può, quindi reagire al trauma con due modalità che possono persino presentarsi in diversa combinazione. Attraverso un potenziamento innaturale e dispendioso delle reazioni di allarme e di controllo della realtà, o attraverso un apparente “spegnimento” del meccanismo di percezione degli stimoli di pericolo e delle emozioni in genere. Apparente perché in realtà il soggetto, a differenza del caso precedente, innalza la soglia minima al di sopra della quale e' necessario proteggersi da un pericolo, esponendosi così a forti rischi e aumentando la probabilità del ripetersi di eventi traumatici che rafforza nella persona l’idea che inevitabilmente le cose per lei andranno male e che magari questo è anche colpa sua.
Per la Malacrea, l'individuo che cerca di affrontare le conseguenze di un evento traumatico e' come
“un’auto con acceleratore schiacciato a tavoletta (l’ipereccitazione), con il freno a mano contemporaneamente al massimo (l’iperadattamento) e magari con guidatore svenuto (dissociazione e scompenso della regolazione)”.
Cosa fare
1. Considerare che chi sta affrontando le conseguenze di un evento traumatico non sta impazzendo o pagando chissà quale colpa.
2. Il sovraccarico causato da un trauma e' quasi sempre non affrontabile da soli. Cercate aiuto, anche quello specialistico di uno psicoterapeuta.