L'abuso all'infanzia
Parlare di abuso all’infanzia in Italia, paese occidentale e che annovera se stessa nell’ambito dei paesi più avanzati, significa rompere un tabù e fare i conti con una difesa psicologica personale e sociale che tende a relegare la manifestazione di questi fenomeni a situazioni limite e di degrado e a pochi casi isolati. Non è così. L’abuso all’infanzia, nelle sue varie declinazioni che vedremo di seguito, è trasversale alle classi sociali e culturali ed è diffuso in proporzione ben maggiore di quanto si possa immaginare o percepire dalle notizie che arrivano alla ribalta della cronaca o nelle statistiche giudiziarie che rappresentano la punta di un iceberg di notevoli dimensioni.
È importante definire innanzitutto ciò di cui stiamo parlando. La definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è la seguente “L’abuso o il maltrattamento sull’infanzia è rappresentato da tutte le forme di cattivo trattamento fisico e/o affettivo, abuso sessuale, incuria o trattamento negligente nonché sfruttamento sessuale o di altro genere che provocano un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere”.
Come si vede da questa definizione l’abuso viene declinato in 4 forme che, come viene sottolineato nel rapporto dell’OMS, sono:
- L'abuso fisico:
“Per maltrattamento fisico si intende la presenza di un danno fisico dovuto ad aggressioni fisiche, maltrattamenti, punizioni corporali o gravi attentati all’integrità fisica e alla vita”.
Sono da ascriversi a questo tipo di abuso tutte quelle azioni che sono compiute da chi ha il compito di occuparsi di un bambino e che pregiudicano la sua salute fisica o che potrebbero pregiudicarla.
- L'abuso sessuale:
“Per abuso sessuale si intende il coinvolgimento di un minore in atti sessuali, con o senza contatto fisico, a cui non può liberamente consentire in ragione dell’età e della preminenza dell’abusante, lo sfruttamento sessuale di un bambino o adolescente, la prostituzione infantile e la pedo-pornografia.”
L’abuso sessuale si ha quando vengono commesse azioni nei confronti di un bambino con lo scopo di procurarsi un piacere sessuale.
Esistono diverse situazioni in cui avviene l’abuso sessuale che può avvenire ad opera di uno sconosciuto o da figure che teoricamente si dovrebbero porre nei confronti del bambino come un educatore o, ancora, da ragazzi più grandi;oppure l’abuso può essere messo in atto nell’ambito della famiglia stessa del bambino dai genitori o da alcuni parenti;
queste due situazioni possono poi essere compresenti nei casi in cui il bambino cada nella rete della prostituzione o della pedopornografia;
“Per maltrattamento psicologico si intende una relazione emotiva caratterizzata da ripetute e continue pressioni psicologiche, ricatti affettivi, indifferenza, rifiuto, denigrazione e svalutazioni che danneggiano o inibiscono lo sviluppo di competenze cognitivo-emotive fondamentali quali l’intelligenza, l’attenzione, la percezione, la memoria.”
Quello che è importante rilevare è che l’abuso sessuale è sempre accompagnato da violenza psicologica che crea nel bambino una situazione che determina l’impossibilità o l’estrema difficoltà per quest’ultimo di denunciare l’abuso subito da uno estraneo o di chiedere aiuto all’altro genitore che non ha commesso l’abuso ma che non è vissuto come protettivo o capace di proteggere se stesso e il bambino. Altre volte il bambino viene indotto a credere che il rivelare quanto gli viene fatto determinerà la rovina della sua famiglia, di se stesso o di qualcuno a cui è legato affettivamente.
Questo può determinare, in concomitanza con altri elementi, come maltrattamenti fisici e percosse forme di abuso sessuale che perdurano negli anni.
Altre volte l’abuso può essere limitato nel tempo e ascrivibile a pochi episodi.
Sono da intendersi come abuso sessuale anche tutti quegli atti che non includono la penetrazione ma che costringono i bambini ad assistere ad atti sessuali tra adulti o che li vedono oggetti di attenzioni sessuali;
- L'abuso affettivo:
L’abuso affettivo si determina quando al bambino non vengono garantite da chi lo deve curare, le condizioni per un ambiente che lo sostenga e che sia adeguato per lui. Questo causa delle ripercussioni sia sulla salute che sullo stato emotivo del bambino nell’arco della sua crescita.
Questo tipo di abuso viene attuato costringendo il bambino a scarsi movimenti, offendendolo ripetutamente, discriminandolo, rendendolo oggetto di aggressioni verbali e qualsiasi maltrattamento non fisico;
- L'incuria:
Per l’OMS “L’incuria si riferisce alla trascuratezza di un genitore nell’occuparsi – quando sarebbe in grado di farlo – dello sviluppo del bambino in una o più delle seguenti aree: salute, educazione, sviluppo affettivo, nutrizione, protezione e condizioni di vita sicure. L’incuria si distingue pertanto dalla situazione di povertà per il fatto che si verifica solo nei casi in cui la famiglia del bambino o chi se ne occupa abbiano sufficienti risorse per farlo”.
Più nel dettaglio l’ultimo rapporto dell’OMS riferisce quanto segue:
Manifestazioni di abuso e incuria sui bambini
Le lesioni inflitte a un bambino da parte di chi se ne occupa si manifestano in modi diversi. Un danno grave o la morte dei bambini vittime di abuso è quasi sempre la conseguenza di una lesione alla testa o agli organi interni. Il trauma cranico come conseguenza di abuso rappresenta la causa di morte più comune nei bambini piccoli e i bambini nei primi 2 anni di vita sono il gruppo più vulnerabile. Poiché la forza esercitata su un corpo passa attraverso l’epidermide, i segni di lesioni cutanee possono costituire chiari segni di abuso. Le manifestazioni dell’abuso a livello scheletrico comprendono fratture multiple a diversi stadi di calcificazione, fratture di ossa che molto raramente si rompono in situazioni normali e fratture caratteristiche delle costole e delle ossa lunghe.
Il neonato scosso
Lo scuotimento rappresenta una delle forme più frequenti di abuso nei confronti dei bambini molto piccoli. La maggioranza dei bambini scossi ha un’età inferiore a 9 mesi. La maggior parte dei responsabili di tale tipo di abuso è rappresentata da uomini, anche se ciò può essere dovuto al fatto che, essendo mediamente più forti delle donne, tendono ad applicare una forza maggiore, piuttosto che al fatto che i maschi siano più inclini delle donne a scuotere i bambini. Le emorragie intracraniche, quelle retiniche e le piccole fratture “a scheggia” alle giunture maggiori delle estremità del bambino possono essere il risultato di uno scuotimento molto rapido del neonato. Esse possono anche rappresentare la conseguenza di una combinazione di scuotimento e urto della testa contro una superficie. Esistono evidenze del fatto che circa un terzo dei neonati scossi in modo grave muore e che la maggior parte di quelli che sopravvivono presenta conseguenze a lungo termine, quali ritardo mentale, paralisi cerebrale infantile o cecità.
Il bambino battuto
Una delle sindromi dell’abuso sui bambini è rappresentata dalla “sindrome del bambino battuto”. Questa definizione si utilizza solitamente per i bambini che mostrano ripetute e gravi lesioni alla pelle, al sistema scheletrico o a quello nervoso. Comprende bambini con fatture multiple a diversi stadi, trauma cranico e gravi traumi interni, con segni di ripetizione dell’abuso. Fortunatamente, anche se si tratta di casi tragici, questa tipologia è rara.
Abuso sessuale
È possibile che i bambini vengano sottoposti all’attenzione dei professionisti per problemi fisici o comportamentali che, a seguito di ulteriore analisi, si rivelano conseguenze di abuso sessuale. Non è raro che bambini vittime di abuso sessuale manifestino sintomi di infezioni, lesioni genitali, dolore addominale, costipazione, infezioni croniche o ricorrenti alle vie urinarie o problemi di comportamento. Per essere in grado di individuare un abuso sessuale sui bambini è necessario avere un elevato livello di sospetto e familiarità con gli indicatori verbali, comportamentali e fisici dell’abuso. Molti bambini riveleranno l’abuso spontaneamente alle persone che se ne occupano, anche se è possibile che si presentino segni indiretti a livello fisico o comportamentale.
Incuria
Esistono diverse manifestazioni dell’incuria nei confronti dei bambini, tra cui il trascurare le raccomandazioni nel campo della salute, non ricorrere all’assistenza sanitaria quando necessario, privazione di cibo che porta a denutrizione, e impedirgli di crescere in modo sano. Altre cause di preoccupazione riguardano l’esposizione dei bambini alle droghe e un’inadeguata protezione dai pericoli ambientali. Inoltre, abbandono, scarsa supervisione, mancanza di igiene e impedimento all’istruzione sono tutti elementi che provano l’esistenza di incuria.
La Violenza Assistita
Un’altra forma negletta di abuso, in parte ascrivibile all’incuria, di cui sono oggetto soprattutto i bambini è la violenza assistita; secondo il CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia) “Per violenza assistita intrafamiliare si intendono gli atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuti su figure di riferimento o su altre figure -adulte o minori- affettivamente significative, di cui la/il bambina/o può fare esperienza direttamente (quando la violenza avviene nel suo campo percettivo), indirettamente (quando la/il bambina/o è a conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti”. Spesso i figli assistono ai litigi domestici. I bambini che assistono alla violenza tra genitori presentano un rischio più elevato per una moltitudine di problemi affettivi e comportamentali, tra cui:
- ansia
- depressione
- scarsi risultati scolastici
- basso livello di autostima
- incubi e disturbi fisici
Effettivamente, studi condotti in America del Nord indicano come i bambini che assistono a episodi di violenza tra i genitori spesso mostrino molti dei disturbi comportamentali e psicologici presenti nei bambini vittime di abuso.
Recenti evidenze suggeriscono che la violenza possa condizionare direttamente o indirettamente la mortalità infantile. Alcune ricerche rilevano che, i figli di donne vittime di abuso fisico o sessuale da parte del partner presentavano una probabilità sei volte superiore di morire prima di raggiungere i cinque anni di età rispetto ai figli di donne che non avevano mai subito un abuso.(…)
Le conseguenze di tutti questi tipi di abuso sono innumerevoli e vanno ben al di là delle sole conseguenze psicologiche. Di seguito una tabella tratta dal rapporto dell’OMS che ben illustra quanto andiamo illustrando.
Conseguenze dell’abuso infantile sulla salute
Fisiche
- Lesioni addominali/toraciche
- Lesioni al cervello
- Graffi e frustate
- Bruciature e ustioni
- Lesioni al sistema nervoso centrale
- Disabilità
- Fratture
- Lacerazioni e abrasioni
- Danni oculari
Sessuali e riproduttive
- Problemi di salute riproduttiva
- Disfunzioni sessuali
- Malattie a trasmissione sessuale, compreso HIV/AIDS
- Gravidanze non desiderate
Psicologiche e comportamentali
- Abuso di alcool e droghe
- Danni cognitivi
- Comportamento delinquenziale, violento e altri comportamenti a rischio
- depressione e ansia
- Ritardi nello sviluppo
- Disturbi dell’alimentazione e del sonno
- Sentimenti di vergogna e colpevolezza
- Iperattività
- Scarse relazioni
- Rendimento scolastico scarso
- Scarsa autostima
- Disturbo da stress post-traumatico
- Disturbi psicosomatici
- Comportamento suicida e autolesionista
Altre conseguenze di salute a lungo termine
- Cancro
- Broncopneumopatia cronica
- Fibromialgie
- Sindrome dell’intestino irritabile
- Cardiopatia ischemica
- Epatopatia
- Problemi di salute riproduttiva quali sterilità
(Pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2002 sotto il titolo “World Report on Violence and Health”).
Nella tabella che segue vengono invece riportate le conseguenze dei vari tipi di abuso abusi in relazione alle tappe evolutive di una persona:
Per quanto finora illustrato, tra l’altro in maniera sintetica ed incompleta, diventa necessario considerare con sempre maggiore attenzione tutte quelle che possono essere le implicazione psicologiche ed emotive per le persone che hanno subito un abuso, quale che sia la sua forma.
Ritengo di grande importanza, un dovere etico e professionale, dare dignità clinica ed umana alla sofferenza manifestata dalle persone vittime di abuso. È una sofferenza senza tempo, che il solo trascorrere del tempo non cancella ma che anzi sembra congelare la persona tutta, in modo più o meno consapevole, in gran parte delle sue aree di sviluppo affettivo e relazionale. È una sofferenza ancor più velenosa nella misura in cui sembra essere indicibile e marchiante; l’abuso può e deve essere detto
e il suo racconto va raccolto fino in fondo per rompere il paradosso affettivo che imprigiona chi lo subisce e che è determinato dal fatto che proprio chi dovrebbe proteggere e amare un bambino gli causa invece un grave danno; chi è abusato è una vittima, non un colpevole né un complice. Chi è abusato, spesso, ha la sensazione di continuare a viaggiare sempre e comunque in salita, sotto sforzo; di essere diverso e di meritarselo comunque. Non è così.
La terapia è un fattore che può aiutare chi è stato abusato a riacquistare dei gradi di libertà rispetto ad una sofferenza che sembra essere senza speranza. È senz’altro un percorso non facile ma non impossibile.