Le fobie degli animali (aracnofobia, ofidiofobia, cinofobia)
FOBIA DEGLI ANIMALI
(aracnofobia, ofidiofobia e cinofobia)
Il paradigma (ovvero il modello di riferimento) delle fobie specifiche è rappresentato dalla fobia degli animali: serpenti, insetti, uccelli, pipistrelli, gatti, cani, topi, rane, vespe, calabroni.
In genere oggetto della fobia è un gruppo specifico di animali e solo raramente la paura e l’evitamento sono rivolti verso animali di specie diverse: la fobia degli uccelli, ad esempio, è estesa a tutti i pennuti mentre altri animali, come serpenti o ragni, non evocano negli stessi pazienti alcuna risposta ansiosa.
Nella cultura contemporanea e dal punto di vista statistico, le fobie di animali sono molto più frequenti nelle donne che negli uomini.
Le persone che ne soffrono solitamente hanno un buon adattamento sociale, familiare e lavorativo.
Questo tipo di fobia può manifestarsi a vari livelli: dalla semplice repulsione
e manifestazione di disgusto alla contrapposizione netta, forte ed in alcuni casi
violenta.
Non è raro per le persone vicine o parenti di questi soggetti dover sopportare ed
assecondare queste manifestazioni di repulsione, dovuta alla fobia, ad esempio partecipando
alla caccia al ragno altrimenti non si dorme tranquilli di notte, oppure scacciando
l'ape, la vespa o il calabrone dalla stanza altrimenti è impossibile proseguire
il pasto.
Le fobie animali possono tuttavia divenire invalidanti quando sono frequenti le occasioni di contatto con lo stimolo.
Non è raro ad esempio osservare individui con fobia dei pennuti i cui livelli di funzionamento sociale sono disturbati dalla necessità di evitare piazze, strade o luoghi dove abitualmente sono presenti uccelli.
- Aquilar F. e Del Castello E. (1998), Psicoterapia delle fobie e del panico; Franco Angeli, Milano.
- Gabbard G. O. (1995), Psichiatria psicodinamica, Raffaello Cortina Editore, Milano.
- American Psychiatric Association (1996); DSM IV, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Masson, Milano.